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camposaz dolomiti 

Siror (TN). 2015

what is camposaz
SotAlaZopa | Mountain Rock Festival
fin qui tutto bene video project by Federico Zappini


Il tema principale di questa edizione di Camposaz è quello di ripristinare una piccola porzione del pendio sopra Siror, al fine di restituire quell’immagine della montagna ancora presente nelle vecchie memorie della popolazione. I pascoli e i terreni montani coltivati sono stati progressivamente abbandonati e conquistati da vegetazione infestante arbustiva e arborea.


Le fasi di sviluppo hanno incluso il recupero dell'area con la pulizia della vegetazione e il rimodellamento delle antiche aree terrazzate per le colture, cercando innanzitutto di rendere accessibile il forte declivio dell’area.
Il progetto sviluppato è articolato in due diverse strutture in legno, la prima più esposta alla vista dalla valle, la seconda, più intima, concede al visitatore una vista mozzafiato sul panorama.
I due principali livelli terrazzati sono collegati da una scalinata in legno, che attraversa la coltura d’orzo. Quest’ultimo verrà seminato ciclicamente dall’associazione Aguaz, i cui volontari si occuperanno di raccogliere l’orzo maturo per la produzione birra a chilometro zero.



Alla sommità della scala è stata collocata la prima struttura: un piccolo padiglione di osservazione che ha la funzione di punto di sosta e ricovero attrezzi.
La piccola piattaforma è pensata per offrire al visitatore un spazio dello “stare”, in cui gli sia possibile fermarsi per godere della vista del paesaggio e sentirsi allo stesso tempo immerso nella vegetazione rimasta che ombreggia la parte alta dell’area.


Scendendo di qualche gradino e proseguendo a destra nel terrazzamento ricostruito, il visitatore giunge alla seconda struttura non percependo però, almeno inizialmente, l’effetto scenico dato dalla sua collocazione: è un ponte che si innesta sugli alberi esistenti, li avvolge e li rende partecipi di questo nuovo palcoscenico aperto al paesaggio.
Il lavoro in team è stato fondamentale per progettare e realizzare le due strutture in legno, proponendo un approccio sostenibile, segno sensibile sulla montagna.

Testo: Daniele Cappelletti


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